La formazione manageriale per la donna manager.
Secondo un’indagine condotta da Fondirigenti in collaborazione con le Università di Tento e Bolzano la formazione aumenta significativamente la produttività delle donne manager (e non solo aggiungiamo noi di CESMA).
L’aumento (rispetto agli uomini) indicato è del 9% per l’industria manifatturiera e del 8% per i servizi, un risultato sicuramente importante, considerato che spesso si parla di KPI e/o di ROE della formazione.
Si sottolinea inoltre il dato in crescita della partecipazione femminile alla formazione manageriale, passata dal 2010 al 2020 dal 13% al 21% “segno che le imprese e i manager hanno colto l’importanza della diversity e dell’inclusion per recuperare i gap che ci separano dai nostri partner europei – ha detto il DG di Fondirigenti Costanza Patti – . Ci auguriamo che le risorse del Pnrr siano utili ad accelerare i processi di transizione in corso”.
Il 57% delle donne manager coinvolte nella formazione ha meno di 50 anni e le imprese che inseriscono più delle altre le donne in percorsi di formazione manageriale sono quelle del settore tecnologico e scientifico.
L’aspetto legato alla dimensione dell’azienda incide molto, più si sale maggiore è il coinvolgimento delle donne manager. Questo vale anche per l’anzianità delle aziende, quelle con più di 20 anni hanno una maggiore propensione ad investire in formazione alle dirigenti.
In conclusione, sono le aziende che hanno maggiormente consolidato la loro posizione ad aver sviluppato una maggiore sensibilità sul valore strategico dell’investimento in formazione e sulla valorizzazione del capitale umano, femminile e non.
Fonte Il Sole 24 Ore
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